mercoledì 16 maggio 2012

Nostalgia dell'indifendibile

Senza mezze misure: l'idea di Rockit di organizzare una raccolta di cover degli 883, realizzate da gruppi indie italiani, naturalmente, è agghiacciante.

Sbalordisco di fronte alle pietose scuse volte a giustificare una nostalgica tenerezza verso quei testi da capitan ovvio della canzonetta musicata male. In prima fila "dai che una volta l'hai canticchiata pure tu una canzone di Pezzali" (chi te l'ha detto? E se anche fosse, non consideri la possibilità che anch'io avessi 13 anni e fossi un gran pirla?) oppure "alla fine i testi son veri" (va bene, allora scrivo io un testo sul teorema di Bolzano-Weierstrass, e voglio un po' vedere se non sei d'accordo). Ma soprattutto l'idiozia pura: "Pezzali non se l'è mai tirata", e che cazzo, nemmeno mio padre, però non si è messo a zompare dadaisticamente come Pezzali e Repetto dietro a filastrocche piene di tautologie e banalità della vita da contadino ("si era detto puntuali alle sei in campo/però lo sapevamo già/che tra una vacca e l'altra c'è Cisco che/passa in stalla un'eternità" o "sei un mito, sei un mito perchè/fai il fieno a maggio e ti vien più secco di me").

Insomma, ne avevamo avuto abbastanza degli 883, rovistare volontariamente nel compost vent'anni dopo ha un che di scatologico - con tutto il rispetto per i Coil. Quindi dedico ad autori, coverizzatori, promotori e giustificatori un pezzo di un musicista che, lui sì, meriterebbe molta più considerazione:


Perchè se voglio un ripasso di stupidità umana senza dover leggere Oggi o Gente, mi faccio raccontare una storia da lui:


Quindi forza signori, via di bandcamp e cacciare la grana. Bervismo per più.