venerdì 8 giugno 2012

Long live rock 'n' roll, but give me a break

Milano, 7 giugno 2012, concerto di Bruce Springsteen: quattro ore, due palle.

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Immagino gli insulti dei fan iracondi - che poi, son problemi loro. Io non sopporto i fan. Non è questione di scarsa affinità con Springsteen, alle mie orecchie spesso troppo appesantito dall'enfasi retorica americana anche nel suo ribellismo (borghese e anzianotto, per di più, ma una trentina di anni fa magari no, per carità).

No, semplicemente non riuscirei a farmi quattro ore di concerto, per nessuno. Non trovo che abbia senso. Le cose iniziano e devono anche finire, possibilmente raggiungendo un apice di intensità e chiudendo prima di trascinarsi - discorso che peraltro vale ancor di più per carriere e reunion. Se qualcuno mi dice che dopo quattro ore sprizza energia e entusiasmo, penso che sia un fan invasato, non un amante della musica, e in tal caso va bene, tanto è Springsteen come una messa cantata, non si parla di bellezza ma di fede. Da buon infedele, quando si arriva al massimo vorrei chiuderla lì a portarmi a casa la monolitica pepita in pugno, piuttosto di un sacco di sabbia con tante pagliuzze.

Mettiamola in termini razionali: non vedo come un concerto rock possa avere mai, o quasi, una struttura tale da reggere una portata temporale di questo genere. Alla fine è perlopiù una collezione di pezzi da tre minuti e mezzo, quattro. Ore di esibizione per suonare quattro riff che bene o male si ripeteranno alla morte?

Diverso sarebbe il caso di strutture intrinsecamente più ampie o pensate per un'estensione significativa. Poichè non parliamo di sinfonie o opere liriche, viene da pensare al Miles Davis elettrico da Bitches Brew in avanti, o al progressive (di gran moda, attualmente, la ramanzina sul prog italiano). Personalmente, l'unico caso sperimentato con successo è George Clinton, due ore e mezza di funk in costante mutazione sopra una pulsazione poderosa. Appunto, qui ci può ancora stare, ma perchè è diversa (nonchè supportata da grandi idee) la concezione della musica. Altrimenti dobbiamo ammettere che rarissimamente si trovano oggi pezzi e band di musica moderna che strutturalmente possano ampliare i confini delle composizioni a esecuzioni di venti minuti (senza sviluppare orchiti di massa, altrimenti ne è pieno il mondo del post-rock). E in ogni caso credo che nessuno si farebbe tre ore di Sunn O))). Enough is enough.

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